L’università telematica e la forza salvifica del web

Più sostenibili e meglio organizzate: sono gli aggettivi utilizzati per descrivere le Università Telematiche presenti sul mercato. Superato lo scoglio della maturità, per molti arriva il momento della scelta dell’università. Se fino a qualche anno fa questa valutazione presupponeva l’eventualità di cambiare città, oggi sappiamo che non è sempre così, perché con la pandemia, l’idea di università per molti è cambiata notevolmente.

Secondo una ricerca effettuata dal portale Skuola.net in collaborazione con il CFU – Centro Formativo Universitario, condotta su un campione di 5500 alunni delle scuole superiori, più di 1 ragazzo su 2 considererebbe favorevolmente l’iscrizione presso un ateneo online.

Lo storico divario tra università tradizionale e telematica sembra quindi destinato ad assottigliarsi. Ad aprile 2021 una nota università telematica ha registrato un incremento di iscrizioni del 51% rispetto all’anno pre-pandemia 2018/2019, accelerando un processo a favore delle Università on line iniziato già diversi anni prima complice, probabilmente, il fattore generazionale che confermerebbe una maggiore familiarità con la tecnologia e dunque una più naturale propensione a seguire le lezioni online.

Quella sfera del sapere accademico che fino a qualche anno fa veniva considerato inespugnabile dalla tecnologia ora presenta barriere valicabili; tutte le università si sono trovate costrette ad abbracciare il digitale, scoprendo la forza salvifica del web.

Le controtendenze generate dalla pandemia

La pandemia ha dato vita ad importanti controtendenze, portando molti di coloro che avevano riempito le città universitarie a saggiare l’esperienza delle lezioni a distanza nel primo lockdown e trovandosi, successivamente, a chiedere ai propri atenei di proseguire con le lezioni on line, abbattendo considerevolmente i costi legati agli spostamenti.

Secondo il sondaggio di Skuola.net, tra gli intenzionati a proseguire gli studi dopo il diploma, il 49% non avrebbe problemi a frequentare un corso di laurea erogato completamente via internet. Il fattore discriminante non sembrerebbe essere la modalità d’insegnamento, bensì la possibilità di poter contare su un’offerta formativa convincente.

Inoltre, 1 studente su 20 è già convinto che un’università telematica sarebbe più adatta alle sue esigenze. Poco meno della metà (47%) si affiderebbe senza remore ai classici atenei, nell’auspicio di trovarsi meglio rispetto all’attuale gestione dell’esperienza “a distanza”. Il 53% sostiene invece che, tornando indietro e alla luce di quanto accaduto nel febbraio 2020, farebbe una scelta diversa rispetto all’ateneo tradizionale, confidando nella maggiore efficacia degli insegnamenti a distanza definiti da un’università telematica.

In una prospettiva a lungo termine – per una laurea di secondo livello o per un master universitario, – quasi 4 studenti su 10 si dicono intenzionati a iscriversi ad una telematica: il 10% dichiara di farlo sicuramente, il 29% lo valuterebbe seriamente nel caso in cui si consolidasse la Dad anche in futuro.

Rahim Rezaie, direttore associato dell’International Virtual Engineering Student Teams Project presso l’Università di Toronto, nell’articolo “Le università non dovrebbero abbandonare l’apprendimento on line dopo la pandemia”, spiega che vi è una visione romantica e illusoria dell’educazione in aula, sostenendo che nell’on line vi sono degli aspetti estremamente utili e migliorativi nelle interazioni studenti-professori perché si riducono le distrazioni e si garantisce maggiore flessibilità. Certamente – ammette- risulta deficitaria la relazione interpersonale, sottolineando altresì quanto, oggigiorno, sia radicalmente mutato il modo di interagire tra i giovani, e questo a prescindere dagli effetti della pandemia. Egli ritiene, piuttosto, che sarebbe utile impegnare degli investimenti nel campo della tecnologia, evidenziando quanto mostri ancora delle importanti lacune rispetto alle nuove ed urgenti necessità.

A questo proposito ricordiamo che secondo il World Economic Forum gli investimenti mondali per la formazione a distanza arriveranno a 350 miliardi di dollari entro il 2050, una cifra da record se si pensa che, poco più di un anno e mezzo fa, stimava a 18.66 miliardi di dollari gli investimenti nel settore.

Il progetto Yuni

Per diffondere la  formazione di alto profilo, Interattiva Editore ha recentemente instituito Yuni, una nuova realtà costituita in sinergia con Edotto, anch’essa specializzata nel mondo della formazione, nata per veicolare l’importante collaborazione con l’Università Telematica degli Studi IUL

L’obiettivo di Yuni è quello di connettere la IUL con i territori, gli enti e le imprese, grazie alla costituzione di Poli tecnologici.

La IUL è un’università non statale composta da due prestigiosi soggetti pubblici: l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE) e l’Università degli Studi di Foggia. Il modello formativo di IUL si distingue per l’alto profilo didattico e tecnologico, potendo contare su uno staff accademico costantemente impegnato in progetti di ricerca a livello nazionale e internazionale.

Grazie a questa prestigiosa partnership, gli aderenti al progetto Yuni, diventando Poli Tecnologici Universitari, possono offrire ai propri  utenti una proposta formativa autorevole e strettamente connessa alle esigenze del mondo produttivo locale e nazionale. Ogni Polo Tecnologico potrà proporre corsi di laurea, master e corsi professionalizzanti offrendo, al contempo, supporto alla co-progettazione di nuovi corsi in linea con le esigenze espresse da ogni territorio, unitamente alla possibilità di certificare percorsi formativi già avviati.

>>> Scopri il progetto Yuni

 

La trasformazione digitale nella didattica

Da diversi mesi il tema della digitalizzazione nell’insegnamento è stato enormemente dibattuto;  una sfida che deve essere affrontata in modo costruttivo perchè dobbiamo essere consapevoli che la deriva intrapresa non può essere bloccata, bensì accolta e gestita consapevolmente e in modo efficace.

L’emergenza pandemica ha dismostrato che per fare didattica on line non basta spostarsi su qualsiasi piattaforma, occorre dotarsi di infrastrutture tecnologiche e di rete avanzate che siano in grado di restituire un’esperienza dell’apprendimento che superi la mera fruizione passiva di un contenuto, a favore di una didattica a distanza che possa essere rilevante e che consenta alle persone di partecipare, scongirando il consolidarsi di un modello “a taglia unica”.

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