Tecnologia Virtual Reality 360

Con la tecnologia VR360, i contenuti formativi virtuali hanno un impatto inedito sul coinvolgimento dell’utente che può orientarsi autonomamente nell’ambiente. La connotazione fortemente visuale e multisensoriale fa sì che questo metodo stimoli esponenzialmente le facoltà di apprendimento.

Se a ciò, uniamo il valore immersivo all’interno di un ambiente reale, riusciamo a comprendere il perché la tecnologia VR venga considerata la nuova frontiera della formazione, soprattutto nel settore professionalizzante e non solo.

Infatti, questa tecnologia ha interessanti applicazioni anche in altri ambiti come, ad esempio, quello della sicurezza sul lavoro, quello commerciale, nella promozione turistica e nel terzo settore.

L’efficacia di un apprendimento attivo

Adottare la tecnologia Virtual Reality nella formazione, significa puntare sul principio del “Learning by doing” ovvero apprendere facendo, con ottimi risultati sui processi di acquisizione di nuove competenze.

In questo tipo di approccio l’utente non può più essere considerato come mero ricevitore passivo che si limiti esclusivamente all’osservazione e all’ascolto.

Secondo le teorie costruttiviste, “l’apprendimento è un processo attivo in cui la persona costruisce la sua conoscenza estraendo significati dalle interazioni con il mondo circostante”. Dalla tenera età facciamo conoscenza del mondo interagendo con esso, manipolando ed osservando gli oggetti in modo del tutto sperimentale grazie ai cinque sensi; così facendo interiorizziamo la specificità delle cose che ci circondano, comprendendone il loro utilizzo.

Ad oggi esistono numerosi dispositivi di realtà virtuale in grado di assecondare questa attitudine innata e fornire esperienze immersive che si differenziano dal grado di coinvolgimento dell’utente. In particolare, è possibile individuare tre livelli di immersività:

> IMMERSIONE DI PRIMO LIVELLO

  • Desktop Virtual Reality (DVR) L’utente interagisce con un mondo tridimensionale generato sullo schermo di un computer. In questo caso l’utente non è totalmente immerso nella dimensione virtuale, l’interazione avviene attraverso periferiche quali il mouse, tastiera o joystick.

> IMMERSIONE DI SECONDO LIVELLO

  • Fulldome sono tecnologie e tecniche per la proiezione di contenuti video su una superficie emisferica che avvolge gli spettatori a 360 gradi garantendone una completa immersione percettiva e un maggiore trasporto emotivo.
  • Embodied Mixed Reality Learning Environments (EMRELE) si intendono ambienti che coinvolgono diverse modalità sensoriali tra cui i sensi cinestetici; ciò permette all’utente di interagire con oggetti virtuali attraverso il proprio corpo.

Queste ultime due modalità  sono spesso utilizzate in realtà museali o in contesti di apprendimento collaborativo in cui gli utenti partecipano pur non essendo completamente isolati dal mondo.

> IMMERSIONE DI TERZO LIVELLO

  • Immersive Virtual Reality (IVR), presuppone la generazione di ambienti che circondano percettivamente l’utente e che vengono esperiti come reali. Questi sistemi hanno la particolarità di assorbire totalmente l’utente nell’esperienza virtuale.
  • Head-Mounted Displays (HMD), si tratta di visori  in grado di isolare percettivamente dal mondo reale circostante e attraverso i quali vengono generate delle immagini che mutano e si aggiornano in relazione al movimento della testa, rendendo l’ambiente ancora più realistico.
  • I Cave Automatic Virtual Environments (CAVE) sono delle stanze in cui su ogni parete vengono proiettate immagini tridimensionali con cui il soggetto può interagire.

Diverse aziende hanno iniziato a considerare la tecnologia VR come uno strumento capace di creare valore aggiunto nei settori della formazione, del marketing e della progettazione.

Una modalità attraverso la quale, per esempio, apprendere l’utilizzo di macchinari, migliorare le abilità interazionali (le cosiddette soft skills), fare esperienza di situazioni ad alto potenziale critico in completa sicurezza, o accrescere la  produttività.

La VR infatti è molto utile in circostanze ad alto tasso di pericolosità come nei casi di addestramento militare o esercitazioni antincendio. In fase di addestramento gli utenti possono esercitarsi in ambienti simulati, mettendo in pratica interventi tecnici e complessi in tutta sicurezza.

Lo stesso vale per  processi di simulazione in caso di terremoto o nella formazione di personale medico e paramedico. L’ambiente virtuale consente all’utente di apprendere in un ambiente simulato, riducendo sensibilmente le probabilità di errori che in quello reale potrebbero risultare fatali.

Versatilità di utilizzo

L’azienda Walmart fu tra le prime organizzazioni ad adottare la realtà virtuale con l’obiettivo di aggiornare la formazione manageriale nelle sue 200 Walmart Academies a livello nazionale. Ancora oggi, i collaboratori del colosso statunitense vengono formati in tre aree principali: nuove tecnologie, competenze trasversali, conformità.

Nel 2019 il gruppo Acea, realtà multiservizi, ha utilizzato la realtà immersiva per le esercitazioni di alcuni operatori che si sono addentrati virtualmente all’interno delle condotte fognarie per la simulazione di procedure di ogni livello di difficoltà.

Un altro ambito di applicazione riguarda il settore turistico, come dimostra Trentinovr.com che ha sviluppato un’app per la promozione del territorio alla scoperta di percorsi trekking e ristori in alta quota.
Per rendere l’esperienza ancora più immersiva, gli sviluppatori hanno realizzato un kit di cartone auto-assemblato con lenti dedicate che permette di trasformare il proprio smartphone in un visore di realtà aumentata, consentendo all’utente di sperimentare virtualmente gli sport più estremi come il parapendio, lo snowboard e molto altro.

Se fino a ieri si parlava di marketing di prodotto – dato che di prodotti ce n’erano pochi e quello che contava erano le loro caratteristiche specifiche – oggi si è orientati al marketing finalizzato “all’esperienza del prodotto“.

Utilizzare la leva emozionale per coinvolgere l’utente è una regola utile che  oggi vale nel marketing come nella formazione. L’aumento esponenziale delle informazioni a cui ognumo di noi è esposto quotidianamente ci porta ad essere estremmante selettivi; riuscire quindi a catturare l’attenzione del nostro “pubblico” è diventato sfidante, ma non impossibile.

Curare la definizione dei contenuti e scegliere il modo in cui veicolarli può fare la differenza nel definire il successo di una campagna marketing o di un evento formativo le cui finalità sono quelle di tarsferire informazioni e competenze.

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